Bambini e oculista, quando la prima visita?
“L’indicazione Ministeriale (Piano Nazionale Prevenzione, Salute visiva 2014-2018, cui rimanda anche l’ultimo piano del 2020-2025) è di eseguire la prima visita oculistica all’età di 3 anni – chiarisce la pediatra -.Per alcune categorie è però opportuno anticipare la visita oculistica al primo anno. In particolare: per i pretermine il rischio di sviluppare difetti visivi e strabismo è maggiore rispetto ai nati a termine: tra le patologie potenzialmente connesse alla nascita prima del termine di gravidanza non dimentichiamo la retinopatia del prematuro. Necessitano di una visita specialistica entro l’anno di età anche i figli di madri che hanno contratto malattie infettive durante la gravidanza potenzialmente trasmissibili al feto ed eventualmente suscettibili di danneggiamento della capacità visiva, quali la toxoplasmosi o la rosolia. Infine, saranno sottoposti a visita nel primo anno anche i bambini con familiarità per patologie ereditarie e quelli che presentano strabismo o anomalie nei movimenti oculari che possano associarsi a difetti di refrazione. Quando non già sottoposti a visita, risulta imprescindibile la valutazione oculistica a 5 anni per anticipare il ciclo scolastico e le difficoltà nell’apprendimento della lettura e scrittura conseguenti i deficit visivi non identificati e per effettuare eventuale diagnosi precoce di ambliopia (detta anche “occhio pigro”). L’ambliopia ogni anno colpisce mediamente il 3,5% dei nuovi nati, rischiando di portare a cecità monoculare ed è una patologia curabile!”. Cosa si valuta nel corso della prima visita oculistica? “Normalmente all’inizio della prima visita dall’oculista si effettua un breve screening ortottico per valutare la presenza di eventuali strabismi o anomalie della motilità dell’occhio. L’esame della vista include la visita del segmento anteriore dell’occhio, l’esame del fondo oculare, l’esame della refrazione in cicloplegia (dopo l’applicazione di apposite gocce oculari). Si potrà riconoscere se c’è una difficoltà nella visione dei colori, usando delle tavole colorate, evocare i riflessi oculari, valutare il campo visivo, ossia l’ampiezza e la capacità di acquisire le immagini laterali del campo visivo”.