PRK: Tecniche a confronto
Nel campo della chirurgia refrattiva corneale, l’approccio PRK transepiteliale (T-PRK) offre notevoli vantaggi rispetto alle altre tecniche, come evidenziato dallo studio condotto dal dottor Daniel Epstein MD, PhD, FARVO, di Zurigo, Svizzera. Questo metodo, ideato originariamente per migliorare la PRK tradizionale, si distingue per la sua efficacia, la rapida guarigione dell’epitelio e la ridotta formazione di opacità.
Inizialmente, la T-PRK si presentava come una procedura in due fasi, includendo prima la cheratectomia fototerapeutica (T-PTK) seguita dalla PRK. Questo approccio, sebbene promettente, comportava una maggiore durata e disidratazione della cornea rispetto alla PRK tradizionale. Tuttavia, con lo sviluppo della T-PRK in un’unica fase, l’intero processo di ablazione viene completato in una sola sessione, riducendo notevolmente il tempo chirurgico e la disidratazione corneale.
Gli studi recenti, incluso uno condotto dal Prof. Epstein su 146 occhi, hanno dimostrato risultati promettenti della T-PRK in un’unica fase. A 18 mesi dall’intervento, si è osservato un significativo miglioramento dell’equivalente sferico e dell’astigmatismo, con la maggior parte dei pazienti che raggiungeva gli obiettivi di correzione visiva.
Sebbene la letteratura peer-reviewed suggerisca che la PRK tradizionale sia superiore alla T-PRK in due fasi, la situazione si ribalta quando si confronta la T-PRK in un solo passaggio con la PRK tradizionale. La T-PRK dimostra maggiore sicurezza e minori complicanze postoperatorie, oltre a una guarigione epiteliale più veloce e minore dolore nel periodo postoperatorio.
Inoltre, la T-PRK in un’unica fase tende a provocare meno opacità corneale rispetto alla PRK assistita da alcol, grazie a una minore perdita di cheratociti e a una risposta infiammatoria inferiore. Anche il tempo di guarigione dell’epitelio è più breve con la T-PRK in un solo passaggio.
In sintesi, la T-PRK si presenta come una procedura promettente, caratterizzata da una rapida guarigione dell’epitelio e minor disagio per il paziente rispetto alla PRK tradizionale.
(Fonte: Adattato da “Re-birth of PRK” – ESCRS)